Cristina Pas
Vivere emozioni e senSazioni creando
 


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OPERE SINGOLE

UN SOLO PEZZO.

SPECIALE. UNICO. PROTAGONISTA.

DONNA DI FIORI

"Donna di fiori" è dedicato alle donne, alla loro femminilità, ai loro colori, ai loro vezzi, alle loro fatiche e alle battaglie che loro sostengono per brillare di luce propria. Una luce che sempre più spesso viene offuscata dalle violenze, dalle ferite, dal silenzio provocato dalla vergogna e dal terrore di denunciare. Una donna non si tocca neanche con un fiore: alle donne dedico i miei fiori pieni di colori e di pagliuzze brillanti affinché possano leggerci un messaggio di luce e di speranza.

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CAOS 
 

“Caos” è l’ultima opera creata per la mostra “IO NO”.
In essa,  l’artista si rivede bambina, immersa in un piccolo spazio di giochi, dove con carte riciclate e tagliuzzate dava vita a puzzle fantasiosi, circondata da un caos di colori. 
È un ricordo che racconta il pensiero di una bambina che già allora sognava di diventare artista.

L’opera diventa così un simbolo di desiderio, affinché ai bambini venga sempre data la libertà creativa.
Infine, è anche un ringraziamento sentito a tutti coloro che hanno reso possibile la mostra,

condividendo il viaggio artistico e interiore dell’autrice.

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FABEBE'

L’ironia dell’arte: da Fabergé a Fabebé, la bellezza nasce anche dai gusci vuoti.

È un’opera elegante ed ironica. Il titolo stesso, Fabebé, è un sorriso malizioso: una parodia affettuosa che rovescia il senso del prezioso. Non più oro e pietre, ma scarti di gusci di uova lavorati con sfumature di colori metallizzati 

Un’opera che, con leggerezza, ci ricorda che anche ciò che è fragile e scartato può brillare di una bellezza nuova, se guardato con occhi diversi.

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ROMPERE LE PALLE

Un gioco di parole per presentare un'opera ironica, creata con frammenti di palle di vetro.

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LENTI ARCOBALENO

La scelta di realizzare il quadro con lenti ottiche di recupero e montature rotte
conferisce un significato simbolico.
Gli occhiali, solitamente strumenti di correzione della vista,
diventano qui mezzi per trascendere la realtà, immaginando un filtro
che riveli costantemente la bellezza e i colori dell’arcobaleno anche nelle giornate più grigie.

L’opera sembra voler invitare lo spettatore a cercare la meraviglia oltre le apparenze.

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FILIFORME

Filiforme anticipa col titolo il suo concetto e i materiali utilizzati. Il termine Filiforme fa riferimento alle forme create dai fili,
alla trama e all’ordito dei tessuti. L’artista ha utilizzato tessuti riciclati, avanzi di produzione che includono materiali pregiati come cachemire ma anche cotone e lana.

Attraverso Filiforme l’artista celebra la tradizione tessile del territorio biellese,  esaltandone la ricchezza e la varietà dei tessuti e dei filati, utilizzando materiali di scarto per creare un’opera d’arte che è allo stesso tempo un tributo alla tradizione locale e una riflessione sulla sostenibilità e l’importanza del riciclo.

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LA RAGNATELA

 Quando fili e pelle si intersecano a formare una ragnatela che intrappola lo sguardo.

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I COLORI DELLA PELLE

Il titolo I colori della pelle suggerisce immediatamente una riflessione profonda sulle differenze e sulla diversità umana.

L’artista utilizza scarti di pellame di vari colori per creare un’opera che rappresenta simbolicamente l’eterogeneità dei colori della pelle umana. La scelta del materiale non è casuale: la pelle, un elemento che ci accomuna tutti,
diventa metafora della condizione umana. L’assemblaggio di questi diversi colori crea un’armonia visiva
che simboleggia la possibilità di coesistenza tra razze e culture diverse.
 

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COLORI D'AUTUNNO

 Rotoli di tessuti lavorati per evocare le venature e gli anelli concentrici di un tronco tagliato in un bosco d'autunno.

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CUPCAKE

Il quadro combina arte e riciclo, come nella sua filosofia.

I palloncini colorati non più in uso per rappresentare i celebri dolcetti americani , noti per i loro colori brillanti e le decorazioni esuberanti, evocano uno spirito festoso.
 

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LE RETINE

 Il titolo “Le Retine” richiama l'attenzione su un oggetto comune e apparentemente innocuo, ma che nasconde un potenziale impatto ambientale. Le retine, spesso usate come contenitori per frutta e verdura, sono rappresentate come elementi colorati e leggeri. L’artista propone una riflessione sulla duplice natura di questi oggetti: se da un lato la loro bellezza e versatilità

possono essere celebrate nell'arte, dall'altro possono rappresentare una minaccia per l'ecosistema marino,

intrappolando creature viventi.
 

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SOTTORETE

“Sottorete” è un’opera contemporanea realizzata con retine colorate, comunemente impiegate per confezionare alimenti. 
A questi si aggiungono inserti di plexiglass derivati anch’essi da scarti di produzione.

L’opera è caratterizzata da colori sgargianti, irriverenti e accesi, che richiamano l’estetica della pop art,

rendendole omaggio con un approccio fresco e contemporaneo.
La scelta cromatica e l’uso dei materiali riciclati conferiscono al quadro una vivacità esuberante,
che ama farsi guardare e affermarsi nello spazio espositivo. 
 

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L'ESERCITO DELLE PILLOLE

“L’esercito delle pillole” è un'opera realizzata utilizzando blister di medicinali riciclati.
Il fondale dell’opera è ricoperto da pagine di vecchi calendari, per sottolineare come il tempo influenzi le cure, le guarigioni e le malattie . I vuoti lasciati dalle pastiglie sono stati riempiti con resina rossa,

che l’artista immagina come caramelle, per evocare un’immagine positiva.

L’opera è dedicata a tutti i bambini malati, con un ringraziamento speciale ai clown di corsia,

simboleggiati dai “nasi rossi”, per il loro prezioso contributo nel donare momenti di gioia e spensieratezza. 

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BARRIERA CORALLINA
Un grido silenzioso dal mare: bellezza e distruzione nella stessa cornice. 
 

“Barriera Corallina” è un’opera intensa, realizzata con materiali di riciclo, che racconta in silenzio la poesia e la tragedia della natura. Divisa esattamente a metà, come un battito spezzato, l’opera ci conduce dal sogno alla realtà: nella parte inferiore esplode la vita, con i toni caldi e vibranti del corallo che danzano tra forme e colori, evocando la meraviglia della barriera incontaminata. Al centro, come un sigillo indelebile, l’impronta di una mano nera di carbone interrompe l’incanto: simbolo del passaggio umano, marchio della sua presenza invasiva.

Sopra, la stessa barriera è muta e annerita, consumata dal fuoco del tempo e dell’incuria. La cornice stessa racconta la storia: il rosso laccato del corallo si dissolve nel legno bruciato, in un contrasto drammatico e potente.

Un’opera che non accusa, ma supplica; che non urla, ma commuove. È una dichiarazione d’amore per la natura e un appello a proteggerla, prima che la bellezza venga irrimediabilmente spenta dalla nostra stessa mano.

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IL NOCCIOLETO

Quando le nocciole con i loro gusci si rivestono d'oro diventano ancora più speciali.

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FIORI MAROCCHINI

L'artista ha scelto di utilizzare gusci di cozze, ripuliti, dorati e decorati per creare fiori che riflettono

la ricchezza visiva e simbolica della tradizione marocchina.

Nell'opera Fiori Marocchini, i motivi ornamentali del Mehndi si trasferiscono dai corpi umani ai gusci di cozze,
rievocando la maestria e la bellezza millenaria di un'arte che non è solo decorativa, ma carica di significato sociale e spirituale.

I tatuaggi con l'henné, infatti, non sono solo ornamenti temporanei, ma portano con sé un profondo valore simbolico
legato a riti di passaggio, celebrazioni e identità.
 

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IO NO

IO NO dà un titolo forte e sfaccettato nei suoi molteplici significati all'ultima mostra dell'autrice:
IO NO è un garbato invito a non considerare l’artista nel contesto dell’arte convenzionale.

Cristina Pas lavora con materiali di scarto e rifiuti dando loro nuova vita.
Le sue opere si collocano nelle profonde trasformazioni della nostra era contemporanea

riflettendo un cambiamento nell’approccio creativo.

IO NO rappresenta un’affermazione di libertà personale, come artista e come donna, considerato che nel generale contesto culturale spesso si è portati a dire sì per compromesso o educazione. La capacità di dire IO NO diventa un modo per affermare la propria volontà e sostenere il diritto di vivere secondo le proprie convinzioni. 
 

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SMOKE

SMOKE nasce da una commissione. Un desiderio preciso: avere ogni giorno davanti agli occhi il ricordo di una battaglia vinta. Non una guerra astratta, ma una scelta concreta, quotidiana, che ha cambiato la vita. Una rinuncia, un superamento, una liberazione.  No smoke!

L’opera è dominata dal colore grigio fumo, che simboleggia la dipendenza e distruzione. Al centro di questa oscurità si apre un riquadro di rame lucente, vibrante, vivo. Un segnale chiaro, forte, che rompe il silenzio del grigio e illumina la vittoria.
Su un bordo della cornice, a sorpresa, è posizionata una miniatura tridimensionale di un manichino, che solleva le braccia al cielo in gesto di trionfo. Un piccolo corpo simbolico che parla di forza e di libertà riconquistata.
Quasi  una firma, una dichiarazione silenziosa ma potente: “Ce l’ho fatta.”
 

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ORO vs RAME

"Oro verso rame" è un’opera articolata e stratificata, in cui si intrecciano materiali, significati e possibilità di interazione. L’artista lavora su supporti cartacei impreziositi con foglia oro e foglia rame — due materiali nobili, in contrasto e in dialogo costante, simboli di valore ma anche di conflitto, di una tensione che richiama la “lotta di potere” insita nel titolo.
L’opera si sviluppa all’interno di una grande cornice che racchiude tre vecchi cassetti da tipografia. Questi non sono semplicemente elementi decorativi o contenitivi: scorrono, si capovolgono, si scambiano tra loro, offrendo diverse possibilità compositive. La cornice stessa è pensata per essere parzialmente rimovibile sul lato destro.

Sotto i cassetti, celata alla vista, si trova un’opera nell’opera, un elemento nascosto che si rivela solo rimuovendo i piani superiori. Questo gesto diventa parte integrante dell’esperienza: è chi entra in contatto con l’opera — non più solo l’artista — a deciderne la configurazione finale. L’opera si offre quindi come spazio aperto, mutevole, dove l’autore lascia consapevolmente la “parola finale” a chi la possiederà permettendo a ciascuno di “metter mano” all’opera, modificarla, viverla.

“Oro verso rame” è così un’indagine sul valore, sulla trasformazione, sulla possibilità di condivisione creativa, dove la tensione tra materiali si trasforma in un invito a partecipare, a scegliere, a far parte del processo artistico.
 

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BIDIBODIBU'

Un vecchio materasso depositato accanto ad un cassone dell’immondizia.

Le molle arrugginite che spuntavano dalle parti logore e il ricamo ormai sbiadito dell’azienda produttrice hanno evocato un ricordo: quando da bambina guardava il Carosello e tra gli spot pubblicitari compariva quello di Permaflex, in cui dei bambini saltavano gioiosamente sul materasso del letto dei genitori, accompagnati da un jingle divertente e chiassoso.

Questo spot non solo evocava un senso di libertà, ma rappresentava anche un sogno proibito per ogni bambino,

poiché sfidava il divieto dei genitori di saltare sul letto.

BIDIBODIBU non è solo un’opera visiva ma anche sonora.
Le molle del materasso sono illuminate e animate in modo da creare un gioco di luci e ombre. 
 

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